A SANGUE FREDDO. IL ROMANZO-REPORTAGE. Truman Capote
TRADOTTO dall'originale SPAGNOLO
A sangue freddo fu scritto nel 1965, da Truman Strekfus Persons (che adottò il secondo cognome del suo patrigno cubano. Joe García Capote), dopo un intenso lavoro di investigazione giornalistica cominciato sei anni prima, momento in cui i Clutter (Herbert, Bonnie, Nancy e Kenyon), una famiglia di fattori tipica di Holcomb, Kansas, furono assassinati apparentemente senza motivo da una banda di psicopatici, Perry Smith e Dick Hickock.
Con questo romanzo, in cui onde la sua abilità di giornalista con quella di scrittore, Capote rivoluziona la narrativa di fine anni Cinquanta creando il genere del "non-fiction-novel" (romanzo-reportage). Per questo si è avvalso di documenti d'inchiestra, rapporti di polizia, interviste con le persone implicate..., una serie di materiali che costituiranno un modello per il nuovo giornalismo statunitense.
Sottolineo la crudeltà nel ricreare ambienti, fatti e descrizioni, e la maestria nel ritratto di personaggi la cui complessità psicologica conduce il lettore ad abbandonarsi senza riserve alla trama. Tuttavia, la cosa più incredibile è che Capote riesce a fare in modo che si cerchi di comprendere gli assassini, fa si che ci si interroghi sulle loro motivazioni e, a un certo punto, si scopre che i protagonisti sono Smith e Hickock tanto quanto i Clutter. Come ci riesce?... Mostrandoci "l'umanità" (molto tra virgolette) di Perry Smith, il suo psicopatico preferito, il cui comportamento la notte del crimine accenderà probabilmente in lui un'intensa voglia di raccontare la storia.
Dopo aver letto La famiglia di Pascual Duarte, romanzo che inaugura il "Tremendismo"* in Spagna, con l'analisi di quest'opera si riesce a comprendere che "il cattivo" non è solo un mostro, ma possiede anche un lato capace e suscettibile di compassione. Le cose non sono bianche o nere. Truman Capote ha trovato tutte le sfumature e con esse ci immerge nel racconto di un crimine in cui convivono meravigliosamente un raffinato linguaggio letterario con un altro nudo e cruento come à quello della cronaca della realtà.
Quando si legge A sangre freddo, si sogna con il romanzo e si vuole di più...
Nel 1967 Richard Brooks porta al cinema questo romanzo-documentario. Nel 2005 Brenneth Miller propone, con il titolo di Capote, un film che oltre a raccontare la storia del quadrulo assassinio, ci narra quella dello scrittore messo di fronte alla bestia, di cui parla Cortázar che lo possiede e che non lo lascia vivere fino a quando non riesce a disfarsi di lei dandogli vita propria con la sua piuma. Quello che attira gli spettatori in questo film (se il copione è fedele alla verità) è la doppia figura che ricopre Capote: quella di manipolatore capace di allungare a pi'u riprese la vita dei protagonisti, sollecitando e "comprando" sospensioni de sentenza fino ad ottenere-da essi i dati necessari per finire la sua opera, e quello dell'uomo che socializza visceralmente con uno degli assassini per il fatto che ambedue hanno condiviso una profonda solitudine infantile in un ambiente disagiato. Eccezionale è il minuto in cui Capote dice: "Perry e io abitavamo nella stessa casa, ad un certo momento lui è uscito dalla porta di dietro e io da quella davanti."
*Movimento letterario prima del romanzo degli anni 50 in Spagna."
En FRANÇAIS sur DE SANG-FROID. LE ROMAN-RÉALITÉ.
ITALIA, ED. GARZANTI, 2005
ISBN: 8811683114 |
Sottolineo la crudeltà nel ricreare ambienti, fatti e descrizioni, e la maestria nel ritratto di personaggi la cui complessità psicologica conduce il lettore ad abbandonarsi senza riserve alla trama. Tuttavia, la cosa più incredibile è che Capote riesce a fare in modo che si cerchi di comprendere gli assassini, fa si che ci si interroghi sulle loro motivazioni e, a un certo punto, si scopre che i protagonisti sono Smith e Hickock tanto quanto i Clutter. Come ci riesce?... Mostrandoci "l'umanità" (molto tra virgolette) di Perry Smith, il suo psicopatico preferito, il cui comportamento la notte del crimine accenderà probabilmente in lui un'intensa voglia di raccontare la storia.
Dopo aver letto La famiglia di Pascual Duarte, romanzo che inaugura il "Tremendismo"* in Spagna, con l'analisi di quest'opera si riesce a comprendere che "il cattivo" non è solo un mostro, ma possiede anche un lato capace e suscettibile di compassione. Le cose non sono bianche o nere. Truman Capote ha trovato tutte le sfumature e con esse ci immerge nel racconto di un crimine in cui convivono meravigliosamente un raffinato linguaggio letterario con un altro nudo e cruento come à quello della cronaca della realtà.
Quando si legge A sangre freddo, si sogna con il romanzo e si vuole di più...
Nel 1967 Richard Brooks porta al cinema questo romanzo-documentario. Nel 2005 Brenneth Miller propone, con il titolo di Capote, un film che oltre a raccontare la storia del quadrulo assassinio, ci narra quella dello scrittore messo di fronte alla bestia, di cui parla Cortázar che lo possiede e che non lo lascia vivere fino a quando non riesce a disfarsi di lei dandogli vita propria con la sua piuma. Quello che attira gli spettatori in questo film (se il copione è fedele alla verità) è la doppia figura che ricopre Capote: quella di manipolatore capace di allungare a pi'u riprese la vita dei protagonisti, sollecitando e "comprando" sospensioni de sentenza fino ad ottenere-da essi i dati necessari per finire la sua opera, e quello dell'uomo che socializza visceralmente con uno degli assassini per il fatto che ambedue hanno condiviso una profonda solitudine infantile in un ambiente disagiato. Eccezionale è il minuto in cui Capote dice: "Perry e io abitavamo nella stessa casa, ad un certo momento lui è uscito dalla porta di dietro e io da quella davanti."
Diceva di se stesso: "SONO UN ALCOLIZZATO. SONO UN TOSSICOMANE. SONO OMOSESSUALE. SONO UN GENIO." |
*Movimento letterario prima del romanzo degli anni 50 in Spagna."
(A Cecilia Guiter,
in gratitudine e
per tante cose in comune)
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